Perché curarsi con la Cannabis terapeutica

La scienza, che per centinaia di anni ha cercato di scomporre il mondo in parti semplici, ormai si è convinta che capire le parti è cosa ben diversa dal capire tutto.

Questo assunto sembra scritto apposta per quello che finora si è riusciti a scoprire della Cannabis. Una pianta incredibile e complessa. I cui costituenti noti superano le centinaia e i cui effetti sono ben lungi dall’essere controllati appieno.

Cosa è avvenuto nella moderna medicina

Nelle ultime decadi, nonostante l’enorme bagaglio di conoscenze raggiunto, qualcosa ancora non torna. Lo dimostra l’evidenza che, le attuali terapie spesso riescono a guarire sopprimendo i sintomi o ritardando il decorso delle malattie, ma non di risalire o di eliminare le cause, molte delle quali rimangono ancora sconosciute (e con esse, le cure definitive…).

In più, il processo scientifico “evolutivo” si è prodigato a scomporre il corpo umano in una serie di apparati e organi. Aprendo le porte alla specializzazione dei comparti medici e perdendo di vista l’uomo in toto.
Ogni medico si concentra con dedizione ed attenzione al suo campo specifico, perdendo di vista le relazioni specifiche, e molto strette, tra i diversi organi.

La Fisica dei sistemi complessi, infatti, ci ricorda che, in tali sistemi

le relazioni tra le diverse parti generano nuove proprietà collettive, non attribuibili alle singole parti.

I farmaci e le cure

Oggi la medicina convenzionale ha identificato nei medicinali sintetizzati dall’uomo, all’interno dei suoi laboratori, il rimedio alle sue necessità in ambito salutistico.
Affidarsi a rimedi alternativi, viene considerato pericoloso perché non provato da evidenze scientifiche.

Eppure nella scala del tempo, l’uso dei farmaci industriali riguarda solo gli ultimi istanti della nostra storia, per millenni l’uomo si è curato utilizzando ciò che la natura offre.
Anziché contrapporre medicina convenzionale ed alternativa, sarebbe, a parer mio, più corretto, rivalutare e verificare ciò che nei secoli l’uomo ha appreso, alla luce delle attuali conoscenze e tecnologie.

Torniamo alla pianta di Canapa

Il decreto del Ministro della Salute Balduzzi del 23/01/2013 (GU n. 33 del 08/02/2013)
ha inserito nella Tabella II, sezione B, i medicinali di origine vegetale a base di
Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture).
Tale provvedimento introduce la possibilità di utilizzare le infiorescenze di cannabis come materia prima per le preparazioni galeniche in farmacia. Non è quindi necessario alcun modulo o richiesta particolare, ma solo la ricetta, su un semplice ricettario privato, di un qualsiasi medico.

A seguire, le varietà medicinali reperibili ad oggi (05/2017) nel mercato italiano:

VARIETA’ THC CBD Profilo Terpenico
Bedrocan ca.19/22 % <1 % Sativa
Bedrobinol ca. 12 % <1 % Sativa
Bediol ca. 6,5 % ca. 8 % Sativa
Bedica ca. 14 % <1 % Indica
Bedrolite 0,4 % ca. 9 % Sativa
FM2 ca. 5-8% ca. 7-12% Sativa

La paura più grande nell’approcciarsi alle terapie con questa pianta, deriva in primis, dal fatto che negli anni l’uso di derivati della Cannabis (tipicamente hashish e Marijuana) è stato principalmente ricreativo, per i suoi noti effetti psicotropi (cioè con azioni a livello del sistema nervoso).
E hanno sempre avuto una caratterizzazione di illegalità e quindi di proibito, nonostante l’alternanza di alcune leggi.

Che effetti produce nel corpo

Gli effetti farmaco-tossicologici della Cannabis sono ben noti per il suo significativo utilizzo,
prima di tutto, a scopo voluttuario come droga ricreativa. Infatti, l’azione psicotropa del
THC si manifesta con una sensazione quasi immediata di rilassatezza, piacere e benessere,
alterazione della percezione e intensificazione delle esperienze sensoriali, nonché di euforia,
che si manifesta a livello sociale con un aumento della loquacità e con una maggiore
“allegria”, anche se può anche comportare fenomeni di ansia o addirittura panico.

Inoltre, il consumo di Cannabis rilassa anche a livello muscolare e induce il sonno, fungendo così dadroga sedativo-ipnotica.
Gli effetti possono essere suddivisi in fisiologici e psicologici, a breve o a lungo termine, a
seconda del tipo di consumo, occasionale o cronico, e della quantità di droga assunta.

Quanto è diversa la Cannabis terapeutica

A prima vista è sempre la stessa pianta…
In realtà il controllo sui sistemi di coltivazione ha permesso, intanto, la standardizzazione delle percentuali dei principali costituenti riconosciuti come attivi, il THC e il CBD (come da tabella sopra riportata).
I farmaci composti da Cannabis pura o trattata (olii, creme, resine, colliri) hanno un dosaggio preciso, in conformità a quello che il medico prescrittore richiede. Ancorché validati da analisi particolari eseguite sui lavorati e richiesti per legge (D.M. 9/11/2015)

In buona sostanza ogni somministrazione di prodotto ha una dose assolutamente precisa, questo facilita di molto la corrispondenza tra l’ effetto terapeutico e la quantità di prodotto assunto; tutto questo per una completa riproducibilità dell’azione ed una minimizzazione degli effetti avversi.

Facciamo degli esempi concreti:

  • Fumo/Vaporizzazione: la pianta, la cui concentrazione (titolo) dei costituenti principali è solo presunta nel migliore dei casi, viene fumata a temperature molto elevate (si calcola che nella zona di combustione si raggiungono temperature tra gli 800 e gli 880° C) degradando così, molte delle sostanze presenti.
    La vaporizzazione terapeutica di una varietà ufficiale a titolo e peso conosciuti, viene vaporizzata a temperature controllate, in appositi e specifici apparecchi. Questo consente un controllo nettamente migliore dell’assorbimento dei principi attivi.
  • Olii e resine: ferme restando le differenze di titolo, tra una varietà di Cannabis terapeutica e una non, e pur ipotizzando una metodica casalinga precisissima, i preparati composti in farmacia hanno una garanzia supplementare importantissima: l’analisi della concentrazione del singolo preparato.
    Per usare un’immagine di semplice comprensione, è come quando spremiamo un’arancia: possiamo riuscire ad estrarne tutto il succo o possiamo lasciarne una parte dentro il frutto. Possiamo ottenere un succo limpido o con residui di polpa e così via.
    A seconda delle metodiche e della specificità degli apparecchi di laboratorio, già tra farmacia e farmacia possono esserci differenze nelle concentrazioni finali; figuriamoci in una preparazione casalinga. Le differenze sarebbero sicuramente molto più evidenti.
  • Capsule/cartine per decotto: qui il discorso è ancora più complesso per le evidenti difficoltà nell’ottenere un estratto acquoso che abbia una concentrazione efficace, come spiegato più approfonditamente in questo articolo.

Per le differenze esistenti tra i principali attivi della pianta, puoi consultare questo articolo.

Effetti collaterali

La Cannabis terapeutica ha pochi effetti avversi se paragonati a moltissimi farmaci di sintesi.
In più sono dose-dipendenti e reversibili. Secondo alcuni studi, la quantità tossica supera i 900 gr di pianta fresca (da estrarre, ovviamente) per chilo di peso corporeo…

Tra i principali problemi di salute causati dall’assunzione di Cannabis citiamo:
irritazione bronchiale, diminuzione della motivazione, difficoltà di apprendimento.
Inoltre, anche se meno apprezzati, esistono problemi di tossicità causati dalla contaminazione con pesticidi e residui di solventi (che sono assenti dalle coltivazioni controllate).

In realtà, poi, i dosaggi con cui si iniziano le terapie a base di Cannabis sono così irrisori, dal poter – al contrario- far convincere l’utilizzatore della sua inefficacia e farlo, infine, desistere dal continuarne l’assunzione, in maniera troppo frettolosa.
E’ assolutamente vero, infatti, che per arrivare a determinare il corretto dosaggio, si preferisca al fine di non nuocere al paziente, di iniziare con quantità sub-terapeutiche e di andare via via aumentando, sino a raggiungere gli effetti medici desiderati.

In conclusione

Oggi sono innumerevoli gli studi (molti dei quali italiani) sulle possibilità mediche della pianta di Cannabis ed i risultati preliminari sono assolutamente incoraggianti. In altri articoli di approfondimento vedrò di entrare più nel dettaglio.

In definitiva il mio consiglio è quello di affidarsi a medici informati sull’argomento, che possano effettuare delle valutazioni corrette  circa la possibilità di utilizzo di questa pianta a seconda della patologia e del caso che viene sottoposto.

Se hai dei dubbi o semplicemente per chiedere ulteriori informazioni, puoi contattarmi compilando il form qui sotto.

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