TA-65 e degenerazione maculare senile [Nuovi orizzonti]

L’epitelio del pigmento retinico (RPE), cioè il tessuto della retina, svolge un ruolo fondamentale nella visione e nella patogenesi della degenerazione maculare legata all’età (AMD), principale causa di cecità negli anziani nei paesi più sviluppati.

Il logorio dei telomeri (cosa sono i telomeri) e la relativa senescenza cellulare dell’epitelio del pigmento retinico, contribuiscono ai cambiamenti della degenerazione maculare legata all’età.

L’attivazione dell’enzima telomerasi, che permette di aggiungere DNA alla  fine del cromosoma epiteliale del pigmento retinico, è stata studiata come trattamento curativo per la degenerazione maculare legata all’età.

Cosa è questa patologia

La degenerazione maculare senile è una malattia legata (per le nostre conoscenze attuali) all’invecchiamento che colpisce la macula, ossia la porzione più centrale della retina.
È la principale causa di perdita della visione centrale negli adulti al di sopra dei 55 anni.
Si differenzia in una forma non essudativa o “secca” e in una forma essudativa o “umida”.

Non starò a dilungarmi sulle caratteristiche di questa patologia, che possono essere reperite su molti siti specifici. Mi soffermo solamente sul fatto che, l’importante riduzione della visione centrale, la distorsione delle immagini che si manifestano con segnali caratteristici:

  • un’area scura al centro del campo visivo (scotoma)
  • una distorsione delle linee dritte (metamorfopsie)

hanno ripercussioni molto impattanti sulla vita dei pazienti e possono ridurre notevolmente l’autonomia degli stessi.

Come prevenire

Sono molto legato al concetto di prevenzione, come già trattato in precedenti articoli.

Purtroppo devo constatare stavolta che, non esistendo un nesso causale ben preciso, ci ritroviamo a focalizzare la nostra attenzione solamente su dei generici fattori di rischio quali l’ipertensione sistemica, il fumo di sigaretta e delle errate abitudini alimentari che possono solo costituire la base di una vita sana, ma non certo legarsi a questa patologia più di quanto non facciano per moltissime altre.

Sono certamente più vicini al permettere quantomeno una diagnosi precoce, dei test genetici (al momento disponibili presso l’Istituto Humanitas ed in pochi altri laboratori specializzati) che si prefiggono di valutare la predisposizione della persona allo sviluppo di patologie maculari legati all’età.
Ma possiamo certamente concordare, che saranno interessati a sottoporsi all’esame solamente coloro che abbiano avuto parenti con familiarità a tale patologia.

Come intervenire

Come già accennato esistono due tipologie differenti della degenerazione maculare senile e gli approcci terapeutici sono differenti.

In caso di degenerazione maculare essudativa (la forma cosiddetta, umida), il trattamento più diffuso si avvale invece di iniezioni intravitreali di farmaci che bloccano e contrastano la formazione di nuovi vasi (anti-VEGF e VEGF-Trap). L’iniezione del farmaco nell’occhio per quanto invasiva non è dolorosa, si esegue in ambiente sterile e in anestesia locale con soli colliri anestetici.

La forma cosiddetta secca, che ha una evoluzione più lenta e controllata, viene trattata con l’ausilio di integratori alimentari a base di elementi attivi antiossidanti, vitamine e provitamine, resveratrolo, per ridurre il rischio che la patologia si evolva in forma “umida”.

Di recente (vedi qui) uno studio ha avallato i benefici ottenuti con l’integrazione di melatonina, capace di inibire processi ossidativi e sopprimere l’infiammazione.

Gli studi più recenti

Nel 2009 Elizabeth Blackburn, Carol Greider e Jack Szostak hanno vinto il Premio Nobel in Fisiologia o Medicina “per aver scoperto come i cromosomi sono protetti da telomeri e dall’elemento telomerasi”.

A partire da allora c’è stato un crescente interesse della comunità scientifica su questo argomento ed è notevolmente aumentata la quantità di studi nel campo. In particolare, lo studio che ha ispirato quest’articolo, ha focalizzato la sua attenzione su questa specifica patologia legata alla vista, la degenerazione maculare senile (AMD).

La conclusione finale di questo studio è stata sorprendente, dato che la supplementazione orale con TA-65, ha effettivamente migliorato la funzione visiva dei soggetti sottoposti al trattamento rispetto al gruppo di controllo, soprattutto (ed è importante sottolinearlo) in coloro i quali la diagnosi di AMD era stata precoce.
Ora ci aspettiamo studi futuri, con un numero maggiore di soggetti reclutati.

Cosa è il TA-65

Questo composto è stato identificato conducendo uno screening sperimentale su degli estratti di piante, in special modo quelle usate dalla medicina tradizionale cinese ed è risaltato per le sue importanti proprietà di mantenimento della salute e di rafforzamento della risposta immunitaria.

E’ isolato dalla pianta di Astragalus membranaceus , nello specifico dalle radici, che contengono saponine triterpeniche, flavonoidi, amine piogene e polisaccaridiche, già note per le attività immunostimolanti ed adattogene.

Una di queste sostanze, in particolare, il cicloastragenolo, è in grado di regolare l’attività della telomerasi (riattivando il gene che codifica questo enzima).

Per chi fosse interessato, esiste in commercio un composto registrato e purificato di questa pianta, immesso nel mercato americano come prodotto nutraceutico, denominato TA-65 che ha la proprietà di attivatore delle telomerasi (da cui il nome Telomerase Activator).
Mi sembra sia un integratore particolarmente interessante, tra i pochi che contengono il principio attivo purificato, piuttosto che un estratto secco della pianta intera.

Dato l’argomento e data la mole di lavori scientifici in continua evoluzione, io continuerò a tenervi aggiornati sui futuri, speriamo anche più incoraggianti, sviluppi.

Per ulteriori delucidazioni puoi contattarmi compilando il form qui sotto

 

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