La vitamina D e il metodo Coimbra

“La medicina basata sull’evidenza considera gli studi controllati superflui quando gli effetti benefici sono evidenti. Come possiamo somministrare placebo a pazienti con malattie gravi semplicemente per dimostrare scientificamente i benefici di un trattamento che sappiamo già essere efficace? “

Dott. Cicero G. Coimbra

Il Dr. Cicero Galli Coimbra è un neurologo brasiliano, laureato nel 1979, ricercatore e professore dal 1990, diventato famoso in tutto il mondo per essere riuscito a porre in remissione moltissimi casi di malattie autoimmuni, non ultima la sclerosi multipla, con alte dosi di vitamina D in combinazione con una serie di altri integratori e raccomandazioni alimentari che costituiscono il cosiddetto : Protocollo Coimbra.

Come è nato il Protocollo

In primo luogo dallo studio e dalle osservazioni dei pazienti. Facendo seguito a numerosi trattamenti clinici, nel 2001 iniziò a somministrare a dei suoi pazienti malati di Parkinson, vitamina D al dosaggio di 10.000 UI al giorno (che lui ritiene essere la quantità fisiologica che un uomo produce quando esposto al sole per circa 30 minuti) notando considerevoli miglioramenti di salute dopo alcune settimane di trattamento.
Simili terapie furono così intraprese, a partire dal 2002,  su pazienti che presentavano patologie di tipo neurologico ed autoimmune tra le più diffuse.

Cosa è la Vitamina D

Sostanzialmente più che una vitamina è un ormone, non saremmo imprecisi dicendo che fa parte di una classe di elementi a sé stante.
La vitamina D3 o colecalciferolo per la maggior parte è prodotta nella cute umana dopo irradazione ultravioletta (UVB con lunghezza d’onda di 290-315 nm) a partire dal 7-deidro-colesterolo.
Nel nostro organismo la vitamina D è biologicamente inattiva, per svolgere le sue funzioni deve essere attivata.
Per essere attivata sono necessari due processi chimici di idrossilazione che avvengono il primo nel fegato, senza regolazione (generando la 25-OH-vitamina D o calcifediolo) ed il secondo nel rene, strettamente regolato, (generando la forma attiva di vitamina D chiamata 1,25-OH-vitamina D o calcitriolo).

Come funziona la Vitamina D

Piuttosto riduttivamente, ma per semplicitarne la comprensione, diciamo che la vitamina D svolge fondamentalmente 3 funzioni

  • aumenta l’assorbimento di calcio dal cibo, a livello intestinale
  • inibisce il paratormone (PTH): che regola -assieme alla vit. D- i livelli di calcio nelle ossa
  • regola il sistema immunitario (immuno-modulazione)

Come agisce il protocollo

Per qualche ragione, a quanto sembra, i pazienti con malattie autoimmuni non riescono ad “attivare” Vitamina D a sufficienza o presentano un problema a livello di alcuni recettori cellulari della stessa. Sviluppando, in pratica, una sorta di “resistenza” a questa sostanza.

In uno studio del 2010, è stato provato che Il genoma umano possiede 2.776 posizioni occupate da recettori per la Vit D; circa il 10% dei geni umani sono quindi direttamente o indirettamente sensibili alla vitamina D.
Questa resistenza è strettamente correlata a dei polimorfismi genetici, ossia a delle piccole mutazioni nei nostri geni, piuttosto comuni. Queste piccole mutazioni possono verificarsi spontaneamente o possono essere ereditate geneticamente o svilupparsi per via dell’ambiente in cui viviamo o per abitudini individuali ( ad esempio: il fumo, l’alimentazione, l’ inquinamento ambientale, ecc…).

Il protocollo agisce in maniera tanto banale quanto efficace, aumentando notevolmente l’introduzione di questa vitamina in coloro che hanno sviluppato la già citata forma di “resistenza”.

Quanta vitamina D è necessaria all’organismo?

La domanda a questa risposta è di stretta pertinenza medica. Dai dati in mio possesso c’è un’elevata variabilità nei dosaggi. Attualmente il protocollo del Dr. Coimbra richiede dosi di vitamina D che vanno da 20.000 UI a 200.000 UI al giorno. Di solito, la dose iniziale è di circa 100 UI per chilogrammo di peso del paziente al giorno. E’ importante perciò essere seguiti da un medico competente in materia, che deve analizzare i valori sanguigni inerenti e modulare la terapia.
Basti pensare che, durante il trattamento, i livelli di vitamina D possono variare da 300 a 4000 ng/ml. Limite ben al di sopra del range normale elencato dai laboratori, che è di 30-100 ng/ml.

Per poter reperire i quantitativi richiesti è possibile rivolgersi a farmacie in grado di preparare delle dosi di vitamina D in capsule, seguendo le indicazioni del medico prescrittore.
E’ sufficiente una semplice ricetta ripetibile, valida 10 volte nell’arco di sei mesi.

Cosa aspettarsi da questa terapia

Il protocollo Coimbra non è definito come una cura alle malattie autoimmuni.
Agisce, però, in numerosissimi casi consentendo una profonda regressione dei sintomi e della patologia.

Il trattamento prevede almeno sei mesi di terapia prima di mostrare la sua efficacia e almeno 2 anni per giungere ai suoi massimi risultati, ovviamente questi periodi sono variabili da individuo ad individuo.

Per ottimizzare i risultati si devono prendere in considerazione alcuni elementi ulteriori:

  • va limitato l’assorbimento di calcio con il cibo (per evitare possibili danni renali) e contemporaneamente aumentato il consumo di acqua (3 litri) durante il giorno
  • per prevenire l’indebolimento delle ossa, quando non prescritti farmaci adatti a questo (tipo bifosfonati), va condotta una moderata attività fisica 3-5 volte a settimana
  • sempre per evitare l’osteoporosi, può essere introdotto nel protocollo un complesso vitaminico e minerale contenente: colina, magnesio, riboflavina (B2), acido folico (metilfolato), vitamina B12, zinco, cromo e selenio.

Bibliografia: https://goo.gl/qfHAbChttps://goo.gl/MYzmVYhttps://goo.gl/XZ2dDk

Per qualsiasi domanda puoi contattarmi tramite il link qui sotto

 

 

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