Probiotici o fermenti lattici? Questo il dilemma (2a parte)

(prosegue dalla 1a parte)

Durante il 4° Congresso Internazionale “Probiotics, Prebiotic in Pediatrics” sul mondo dei probiotici, lo studio del gruppo di ricerca italiano è stato presentato dalla Prof.ssa Emilia Ghelardi dell’Università di Pisa ed ha messo a confronto le formulazioni probiotiche più diffuse in Italia, valutandone le caratteristiche.

Con questo lavoro sono stati confrontati in maniera qualitativa e quantitativa, la vitalità dei ceppi probiotici commerciali più diffusi in Italia, rivelando una buona qualità microbiologica ma notevoli differenze nel comportamento, in presenza di acidi e bile, per le formulazioni probiotiche commercializzate in Italia.

Come scegliere il giusto prodotto

Lo studio dell’Università di Pisa, ha suggerito che per la valutazione delle qualità di un prodotto probiotico bisogna tener conto di due aspetti:

  1. Il probiotico deve, in primo luogo, passare indenne attraverso il tratto gastrointestinale ed in particolare resistere ai succhi gastrici agli acidi biliari,
  2.  deve essere in grado di colonizzare l’intestino e mantenere le funzioni benefiche per il quale è stato somministrato, nonché deve essere esente da contaminazioni.

Relativamente alla capacità di resistere all’acidità gastrica, i conteggi microbici hanno mostrato una significativa riduzione del numero di organismi vitali dopo l’incubazione nel succo gastrico della maggior parte delle formulazioni considerate. Enterogermina®, Yovis®, VSL3® sono risultate le uniche formulazioni in grado di tollerare la condizione acida dell’ambiente gastrico.

Tra le formulazioni considerate, ben sette hanno subito una significativa riduzione del numero di organismi vitali dopo l’incubazione nel succo intestinale, mentre le spore di B. clausii contenute in Enterogermina® sono state le uniche in grado non solo di sopravvivere ma di moltiplicarsi attivamente nel fluido intestinale. Anche le specie Lactobacillus sono considerate intrinsecamente resistenti agli acidi, ma la tolleranza agli ambienti gastrici è una delle proprietà specifiche differenti per ogni specie.

Come i probiotici esercitino i loro effetti benefici per la salute umana non è ancora del tutto chiaro e molto dipende dal tipo di microrganismo che viene adoperato. È però indispensabile che ogni prodotto, e perciò ogni ceppo probiotico, abbia evidenze scientifiche sufficienti per supportare i benefici che gli sono attribuiti. Alcune evidenze sono state prodotte con l’utilizzo di Lactobacilli, Bifidobatteri e batteri sporigeni del genere Bacillus.

Oggi la caratterizzazione della composizione e dell’attività del microbiota intestinale è un tema caldo per gli scienziati che lavorano nei campi della Microbiologia, dell’Immunologia e della salute umana in genere ed ha una connessione diretta con la ricerca sui batteri probiotici e la definizione delle loro caratteristiche.

I prodotti in vendita

In commercio sono presenti un’infinità di formulazioni che contengono tipi di batteri, lieviti o spore, le quali, grazie alle loro caratteristiche di longevità e resistenza, possono essere somministrate come formulazioni stabili e facilmente conservabili con microrganismi vivi.
Dato però l’enorme numero di alternative, per un medico è sempre più complesso trovare la giusta formulazione tra le centinaia di prodotti. Nasce pertanto la necessità di informare sia il clinico che il consumatore sui punti principali per riuscire ad identificare un buon prodotto probiotico.

Riconoscendo la rilevanza di tali differenze, la società europea di gastroenterologia e nutrizione pediatrica (ESPGHAN – European Society of Pediatric Gastroenterology And Nutrition) ha recentemente pubblicato un “position paper” che sottolinea la necessità stringente di rigorosi controlli di qualità sui probiotici commerciali.

In conclusione, possiamo affermare che queste classi di microrganismi hanno una utilità molto superiore a quella comunemente intesa.

  • Che il termine “fermenti lattici” definisce alcune caratteristiche di funzionalità e poco altro.
  • Che il termine “probiotico” può interpretarsi in maniera adatta anche a finalità terapeutiche.
  • Che i probiotici non sono tutti uguali e per questo è auspicabile che la scelta di un probiotico rispetto a un altro sia fatta sulla base dell’indicazione clinica e delle caratteristiche di qualità del prodotto, valutate attraverso rigorosi processi di controllo.

fonte web http://www.dottnet.it/articolo/24227/qualita-dei-probiotici-la-risposta-dall-universita-di-pisa-/?tag=10542497700&tkg=1&cnt=1

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