Meduse, cosa fare?
Sembrano dei polipetti rovesciati.
Hanno un aspetto gelatinoso, colori scintillanti, filamenti fluorescenti. È un piacere osservarle muoversi in acqua, ammirare la fluidità delle contrazioni che permettono loro di muoversi per propulsione. Eppure, a dispetto del loro aspetto elegante e sinuoso, le meduse possono rappresentare un fastidioso pericolo per noi e i nostri bimbi.
Come i pesci, ne esistono di molte specie differenti, così troviamo quelle che preferiscono vivere in mari freddi (anche artici) e quelle che prediligono le temperature più alte come le nostre o quelle tropicali.
Ecco qualche consiglio su cosa fare in caso di contatto con questi affascinanti animali marini, composti per lo più di acqua ma capaci di irritare la nostra pelle.
La medusa punge?
No, la medusa non punge, né morde. I suoi tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle, che causa irritazioni cutanee dolorose, gonfiore e arrossamento. Per avere questa reazione cutanea, non è necessario essere toccati o sfiorati dalla medusa: basta solo entrare in contatto con il liquido urticante che libera attraverso i suoi filamenti.
Quindi, evitiamo di toccarle con le mani.
Anche i tentacoli delle meduse innocue, infatti, hanno i cnidocisti (delle vescicole che contengono il veleno) che possono restare sul palmo della mano e, se non le laviamo e poi ci tocchiamo gli occhi (o altre parti delicate), possiamo trasferire il veleno e provocare un’infiammazione molto fastidiosa.
Cosa si avverte al contatto con la medusa?
Al primo contatto tra la pelle e la medusa, la persona percepisce un forte bruciore e dolore. Subito dopo la pelle si irrita, diventa rossa, e compaiono piccoli pomfi (rigonfiamento della cute), tipo orticaria. La sensazione di bruciore comincia ad attenuarsi dopo 10-20 minuti. Poi si inizia ad avvertire un intenso prurito.
Se viene colpita un’area più estesa del 50% del corpo, l’intensità di dolore e bruciore possono diventare insopportabili.
Cosa fare in caso di contatto?
La prima cosa da fare è tranquillizzare il malcapitato e farlo respirare normalmente.
Se si è vicini alla riva, farlo uscire dall’acqua. Se ci si trova a largo, sorreggere il bagnante e richiamare l’attenzione per farsi aiutare, specie se anche l’accompagnatore è venuto a contatto con la medusa. Per prima cosa verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e, nel caso, eliminarle delicatamente. Se non si dispone di medicamenti specifici, può essere utile far scorrere acqua di mare sulla parte interessata per tentare di diluire la sostanza tossica non ancora penetrata.
Il calore, di norma, inattiva il “veleno” urticante. I componenti della sostanza tossica sono infatti termolabili, ossia si degradano ad alte temperature (40-50 gradi). Attenzione però, perché agendo con oggetti molto caldi è possibile provocare un’ustione ancora più grave.
Come intervenire sulla parte irritata dalla Medusa
Anche se di facile reperibilità, l’utilizzo di creme al cortisone o contenenti antistaminico,
sono inutili come rimedi di pronto soccorso, perché esplicano la loro efficacia solo dopo 30-40 minuti dall’ applicazione e cioè quando il massimo del fastidio si è calmato naturalmente.
La medicazione corretta consiste nell’applicazione di gel astringente al cloruro d’alluminio.
Il Gel astringente ha un’immediata azione anti-prurito e blocca la diffusione delle tossine. Purtroppo non è ancora diffusa in Italia l’abitudine di portare con sé questo gel, che è molto utile anche contro le punture di zanzara.
Per reperirlo è sufficiente recarsi in farmacie specializzate che allestiscono preparazioni magistrali e che abbiano un laboratorio attrezzato.
Inoltre è preferibile evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante, questo può allargare il fastidio ad altre zone. E non usare medicazioni estemporanee con aceto, alcool o succo di limone, o come alcuni suggeriscono l’urina: peggiorerebbero la situazione.
Solamente l’uso di gel d’Aloe puro, se disponibile, si può applicare come rimedio naturale,
ma dona maggior sollievo se applicato dopo l’astringente.
Quando ci si deve preoccupare
Se immediatamente dopo il contatto, la reazione cutanea si diffonde e compaiono difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, chiamare il 118 e spiegare di cosa si tratta: si riceveranno le istruzioni sul da farsi in attesa che arrivi il personale di Pronto Soccorso.
L’esito della lesione
L’area di pelle colpita dalle meduse rimane sensibile al calore e alla luce solare, come fosse una vera e propria ustione, e tende a scurirsi rapidamente. Per evitare che la pelle si macchi, è bene evitare pomate antistaminiche e occorre tenere coperta, o ben protetta da uno schermo solare, l’area colpita, fino a quando la reazione infiammatoria non scompare (non più di due settimane).
Riassumendo
Per concludere, il trattamento delle punture di medusa richiede un intervento tempestivo e informato. È fondamentale evitare di utilizzare rimedi casalinghi potenzialmente dannosi, come l’applicazione di ammoniaca o alcool, e concentrarsi invece su misure sicure ed efficaci come il risciacquo con acqua salata e l’applicazione di gel a base di solfato di magnesio o altri rimedi specifici consigliati dal medico o dal farmacista.
Affrontare correttamente le punture di medusa non solo riduce il dolore e l’infiammazione, ma può anche prevenire complicazioni a lungo termine. In caso di reazioni gravi o sintomi persistenti, è sempre consigliabile consultare un professionista sanitario per un trattamento appropriato.