Quale acqua scegliere e perché.

mineralwater1Cos’è il residuo fisso nelle acque minerali?

Impariamo a leggere le etichette delle bottiglie d’acqua minerale in modo da saper scegliere quale bere.

Il primo valore è il Residuo Fisso, termine con cui si intende la quantità di minerali disciolti nell’acqua. E’ un valore che distingue le varie tipologie di acqua e viene quantizzato e definito portando ad ebollizione l’acqua (100°C), che poi viene successivamente essiccata alla temperatura di 180 °C.

In particolare in base al valore del residuo fisso le acque vengono classificate in:

  • Acque minimamente mineralizzate, con residuo fisso minore a 50mg/l, indicate per l’alimentazione dei neonati, in quanto, essendo povere di sali minerali, sono altamente assimilabili.
  • Acque oligominerali, con residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l, che dissetano e garantiscono un apporto di minerali moderato. In particolare, in assenza di specifiche patologie o di particolari condizioni, l’oligominerale è tra le acque più consigliate in quanto  i sali minerali vengono assunti già abbondantemente con un’alimentazione varia.
  • Acque medio minerali con residuo fisso tra 501 e 1500 mg/l, che sono le più indicate in condizioni in cui l’organismo ne è carente, (senilità, sport,ecc…).
  • Le acque ricche di minerali, consigliate in casi più specifici e che vanno assunte comunque, per periodi non troppo prolungati nel tempo e in quantità limitate.

E’ importante tuttavia, non solo capire cos’é, ma anche capire se il residuo fa male (e perché).

In realtà la risposta a questa domanda dovrebbe essere no, o almeno non sempre…
Il residuo fisso, infatti, non è nocivo in assoluto, gli eventuali effetti collaterali possono manifestarsi nel caso in cui si esageri con le quantità. I sali in eccesso tendono a depositarsi nei tessuti richiamando acqua e ad accumularsi a livello renale.

Ecco perché, come in tutte le cose, il segreto sta nella moderazione e nello scegliere una tipologia di acqua che risponda alle effettive esigenze dell’organismo.

Meglio un residuo fisso alto o basso?

Anche qui la risposta non può essere univoca. Bisogna scegliere l’acqua in base allo stile e alla fase di vita, di quel momento e dell’età.

Come già detto sopra è importante ricordare che non esiste un’acqua buona in assoluto, piuttosto esiste l’acqua più indicata per un determinato bisogno.
Per esempio, le acque oligominerali, povere di sodio, sono indicate per chi soffre, di ipertensione severa. Sono persone a cui si consiglia una riduzione globale del sodio ingerito con l’alimentazione.

Oppure, se il nostro obiettivo è contrastare la cellulite, è utile scegliere un’acqua oligominerale con residuo fisso basso (al di sotto di 200 mg/l), per eliminare il sodio in eccesso (che, a sua volta, trattenendo acqua nei tessuti provoca la cosiddetta ritenzione idrica).

L’acqua minimamente mineralizzata è invece adatta all’ alimentazione dei neonati, poiché altamente digeribile. Per la diluizione del latte in formula fin dai primissimi giorni possono essere utilizzate acque con residuo fisso al disotto di 50 mg/l. E’ indicata anche durante gli attacchi di gotta per diluire ed eliminare l’acido urico in eccesso.

Le acque mediamente mineralizzate sono indicate per gli sportivi che necessitano di reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione. In particolare, quelle ricche di calcio, sono utili per la crescita e il mantenimento di denti e struttura ossea (prevenzione dell’ osteoporosi, crescita dei bambini,ecc…)

Le acque ricche di minerali, infine, possono essere di vario tipo a seconda dello ione più presente e sono indicate solo in particolari condizioni:

  • le acque ferrose, con prevalenza di ferro, sono utili  in caso di anemia ma sconsigliate in presenza di patologie gastriche.
  • Le acque solforose sono indicate per combattere la stipsi e per patologie ostruttive dei dotti biliari, poiché lo zolfo aumenta le secrezioni dell’apparato gastroenterico e la peristalsi.
  • L’acqua fluorata è indicata per chi soffre di carie o altre patologie dentali.
  • L’acqua bicarbonato – calcica è utile per combattere l’acidità gastrica perché funge da tampone essendo più alcalina.

Acqua naturale o acqua Minerale?water-1173134-639x633

Si definisce minerale un’acqua che viene imbottigliata direttamente alla sorgente, naturale se non subisce modifiche come l’aggiunta di anidride carbonica o clorazione e filtrazione.

L’acqua, infatti, viene filtrata per essere liberata da contaminanti solidi, e successivamente viene clorata per disinfettarla da eventuali patogeni.

L’acqua minerale in particolare può essere: naturale con minore o maggiore residuo fisso, oligominerale, ricca di minerali, o effervescente.
Il valore del residuo fisso delle principali marche di acque minerali a confronto.

Il valore di residuo fisso distingue i vari tipi di acque, ma variazioni qualitative (che dipendono cioè da quale tipo di ione è più presente), oltre che quantitative, degli ioni, differenzia i diversi tipi di acqua minerale. Ma quale scegliere? osserviamo le differenze tra le principali marche di acqua minerale presenti sul mercato:

Acqua Sant’Anna 23,0 mg/l
Acqua Fabrizia 74,0 mg/l
Acqua Levissima 80,5 mg/l
Acqua Fiuggi 122,0 mg/l
Acqua Santa Croce 170,4 mg/l
Acqua Ruscella 349,0 mg/l
Acqua VitaSnella 382,0 mg /l
Acqua Uliveto 752,0 mg/l
Acqua Lete 915,0 mg/l
Acqua Ferrarelle 1390,0 mg/l

 

 

 

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Leggiamo ancora insieme le etichette

Oltre al parametro sopra citato, può essere utile sapere cosa indicano gli altri dati che sono descritti sulle etichette dell’acqua imbottigliata e che hanno sempre attinenza col valore del residuo fisso:

  • La conducibilità elettrica di un’acqua dipende dal residuo fisso, ossia dalla concentrazione di ioni in essa disciolti. Più sali minerali sono presenti più l’acqua sarà in grado di condurre cariche negative.
  • Il Ph, invece dipende dalla presenza di bicarbonati: se più concentrati determinano una tendenza alcalina (limite massimo 9,5), quando meno presenti determinano un’acqua più acida (limite minimo 6,5).
  • La durezza dell’acqua è un dato correlato al residuo fisso, ma più specifico: esso si riferisce alla quantità di calcio e magnesio nell’ acqua. Un’acqua è definita dura quando contiene maggiore quantità di questi ioni, mentre si definiscono dolci, le acque che ne sono carenti.

In genere un’acqua dura, è un’acqua mediamente mineralizzata o calcica. Non fa male, ma va assunta con moderazione magari in alternanza con acqua oligominerale.

Sappiamo che in presenza di calcoli conviene bere di più. Ma quale tipo di acqua scegliere?

In presenza di calcoli renali è importante bere  almeno 1,5 – 2,5 litri di acqua per aumentare il volume di urina e sciogliere eventuali aggregati. In genere in tale situazione viene consigliata acqua oligominerale, ma che abbia basso tenore in ione calcio, per evitare il deposito di ulteriori sali.

Una volta passata la fase acuta delle coliche, quando cioè, il calcolo va “scendendo” per essere espulso, è più utile procedere con terapia opportuna, mirata a rilassare la muscolatura e rallentare il flusso di urina. Quindi anche riducendo l’introduzione di liquidi e permettendo un’espulsione efficace e meno dolorosa possibile.

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