Biotina e sclerosi multipla. Quali speranze
L’ identificazione di efficaci terapie per il trattamento delle patologie cronico-progressive come la sclerosi multipla (MS) costituisce una delle più grandi sfide per la comunità scientifica globale e rappresenta una priorità altamente rilevante per la ricerca medica.
Una migliore comprensione dei meccanismi coinvolti nella progressione della malattia, nuovi progetti di sperimentazione e strategie di cura con i farmaci possono contribuire all’identificazione di terapie sempre più efficaci.
Un aspetto particolarmente positivo, riguardo questo argomento è che, date le iniziative di sperimentazione clinica in corso e la grande attenzione della comunità globale in questo campo di ricerca, le prospettive future per lo sviluppo di terapie mirate a ridurre la disabilità nelle forme progressive di MS sembrano promettenti.
Quali i focus attuali degli studi
Svariati studi sono attualmente in atto o in procinto di partire.
Di seguito ne ricordiamo alcuni, evidenziando gli argomenti su cui si concentrano:
Antiossidanti (idebenone);
Inibitori della tirosina chinasi (masitinib);
Modulatori del recettore di sfingosina (siponimod);
Anticorpi monoclonali (natalizumab, ocrelizumab, rituximab intratele);
Terapia ematopoietica delle cellule staminali;
Statine e altri possibili agenti neuroprotettivi (amiloride, riluzolo, fluoxetina, oxcarbazepina); litio;
Inibitori della fosfodiesterasi (ibudilast);
Terapie a base di ormoni (ormone adrenocorticotropo e eritropoietina);
Vaccino peptide recettore per cellule T (NeuroVax);
Immunoterapia autologa delle cellule T (Tcelna);
MIS416 (un modificatore di risposta immunitaria microparticolato);
Antagonisti della dopamina (domperidone);
Integratori alimentari, tra cui: acido lipoico, biotina ed epigallocatechin-3-gallato (estratto di tè verde).
La biotina
La biotina è una vitamina idrosolubile appartenente alla complessa famiglia B; è un micronutriente essenziale che funge da cofattore per diversi enzimi (decarbossilasi), fondamentali nelle reazioni di sintesi di acidi grassi e glucosio, così come anche nel catabolismo di colesterolo e lecitina.
La biotina, conosciuta anche come vitamina B8 (B7 per gli americani) o vitamina H, è una vitamina che – come altre dello stesso gruppo B – viene sintetizzata dai batteri intestinali; ma la si può trovare in piccole quantità in numerosi alimenti, tra cui il lievito di birra, le uova cotte, sardine e noci.
Cosa riportano gli studi
Moltissimi studi, negli ultimi anni, hanno valutato gli effetti della biotina nel trattamento di malattie cronico degenerative progressive, tra cui la sclerosi multipla.
Recentemente, una controllo in serie su pazienti con una leucodistrofia (patologia che coinvolge la materia bianca del cervello e il tratto cortico-spinale) con manifestazioni cliniche di episodi recidivanti di atassia cerebellare e neuropatia ottica, sono stati attenzionati per aver risposto a terapie che prevedevano alte dosi di biotina [qui].
Uno di quei pazienti, è stato poi scoperto, era malato di una forma di sclerosi multipla ed era tra quelli ad aver meglio reagito alla terapia. Questo ha dato spunto ad uno studio pilota, in cui dosi elevate di biotina (100-300 mg / die) sono state somministrate a pazienti con con forme diverse di sclerosi multipla, dimostrando di avere un impatto positivo sulla progressione della malattia in quelli che presentavano neuropatia ottica, emianopsia omonima (cecità parziale della retina) e coinvolgimento del midollo spinale.
I risultati preliminari di uno studio di fase III di biotina ad alto dosaggio (MD1003) in MS progressivo hanno mostrato un miglioramento nei risultati di disabilità correlati al MS (13% del gruppo esposto vs 0% del gruppo placebo ha avuto un miglioramento dello stato di disabilità)
Dopo i primi 12 mesi di studio tutti i partecipanti hanno assunto alte dosi di biotina per ulteriori 12 mesi. Alla fine del trattamento la disabilità è risultata ridotta in 19 persone[vedi studio].
Come la si usa
Normalmente, per un individuo in buona salute, una quantità di biotina che varia da 150 a 300 microgrammi (sottolineo micro e non milli-grammi) soddisfa il fabbisogno giornaliero dell’organismo. Quantità aggiuntive sono necessarie durante la gravidanza e l’allattamento.
In alcuni casi si può avere una riduzione della quantità di biotina nell’organismo, causata da:
- La cottura prolungata degli alimenti e l’assunzione di sulfamidici diminuiscono la disponibilità di biotina.
- Gli antibiotici ostacolano la vita e la riproduzione della flora batterica intestinale da cui la biotina è prodotta.
- Il consumo abituale di uova crude ne diminuisce la presenza. L’albume d’uovo crudo contiene una proteina, l’avidina, che si lega nell’intestino con la biotina e ne impedisce l’assorbimento da parte dell’organismo. Ciò non succede consumando normalmente uova cotte.
Cosa ci dice la scienza
Dall’insieme degli studi considerati, si ritiene che dosi molto elevate di biotina possano essere efficaci nella sclerosi multipla promuovendo la riparazione della mielina tramite attivazione di un enzima coinvolto nella sintesi mielina e aumentando la produzione di energia nei nervi demielinizzati.
Le dosi impiegate negli studi clinici corrispondono a 10.000 volte la dose giornaliera raccomandata di biotina, pertanto ai dosaggi attualmente utilizzati, tale prodotto non è da considerarsi come un integratore alimentare, ma una vera e propria preparazione farmaceutica.
Effetti avversi
Durante lo studio non si sono verificati gravi effetti collaterali. Cinque partecipanti trattati con biotina hanno mostrato un “ipertiroidismo”, forse dovuto all’ interferenza della biotina – nei campioni di sangue prelevati ed esaminati – con il dosaggio degli ormoni tiroidei.
In effetti, la biotina risulta essere ben tollerata anche ad alti dosaggi, tuttavia alcuni effetti indesiderati più facilmente riscontrabili, seppur a bassa insorgenza, sono relativi ad alterazioni del gusto o a reazioni allergiche caratterizzate da eruzioni cutanee.
Per evitare questo normalmente si inizia somministrando dosaggi da 100 mg una volta al dì ed aumentando la posologia sino a raggiungere i 300 mg (o 600 mg, a seconda dei casi). E’ bene evidenziare che, stando a talune evidenze cliniche, nei pazienti trattati, la somministrazione giornaliera di una unica dose di biotina 300 mg capsule, ha determinato miglioramenti più marcati rispetto all’ assunzione di 100 mg ripetuta più volte nel giorno.
Per reperire questo prodotto
è sufficiente recarsi in farmacia con una ricetta medica (ripetibile fino a 10 volte in SEI mesi) in cui sia specificato il dosaggio (100, 200, 300 mg o quello inteso dal medico) ed il numero complessivo di capsule da preparare.
Sebbene non obbligatorio, alcuni medici usano riportare i titoli degli studi a cui si fa riferimento, per l’avallo della terapia. Nonché una nota circa l’acquisizione del consenso informato da parte del paziente, trattandosi di terapia sperimentale.
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