Idebenone, antiossidante e neuroprotettore.

Come è vero che le cellule, per vivere, hanno bisogno d’ossigeno, molti elementi chimici dell’organismo hanno interazioni con l’ossigeno stesso, combinandosi con esso dando luogo ad uno scambio di elettroni. Questo fenomeno prende il nome di ossidazione.
In maniera molto semplificata, questo porta alla produzione dei cosiddetti radicali liberi.

Queste ultime sono specie molto instabili e reattive. Sono infatti delle molecole che cercano di stabilizzarsi sottraendo elettroni ad altre molecole ed ingenerando così un fenomeno a catena, svolgendo un’azione potenzialmente dannosa per le cellule dell’organismo.
Secondo una delle teorie sull’invecchiamento cellulare, infatti, i radicali liberi sono tra i responsabili di numerose malattie cardiovascolari e degenerative.

I problemi nascono quando si rompe l’equilibrio tra la produzione di radicali liberi e le difese antiossidanti della cellula. In presenza di un accumulo di radicali liberi si parla di stress ossidativo. Questo accumulo provoca danni ad un gran numero di molecole, in particolar modo lipidi, proteine e acidi nucleici; con formazione di composti che possono portare a disfunzioni gravi della cellula, contribuendo potenzialmente alla genesi di numerose patologie.

Tra gli antiossidanti

L’Idebenone è un analogo sintetico dell’ubiquinone (noto anche come Coenzima Q10), un antiossidante cellulare vitale e un componente essenziale della catena di trasporto degli elettroni (ETC).
Si suppone che interagendo con questo meccanismo di trasporto, l’idebenone accresca la produzione di ATP necessaria per la funzione mitocondriale, riduca i radicali liberi, inibisca la (per-)ossidazione lipidica e di conseguenza protegga la membrana lipidica e i mitocondri dal danno ossidativo.

A cosa serve

A causa della sua capacità di ridurre il danno ossidativo e migliorare la produzione di ATP, l’idebenone è stato inizialmente studiato per il suo potenziale utilizzo nella malattia di Alzheimer e in altri disturbi cognitivi, ma senza risultati di rilievo.

Viene allora utilizzato in quella serie di rare patologie ereditarie caratterizzate da un danno ai mitocondri delle cellule. Come il coenzima Q10, infatti, è indispensabile alla produzione di energia da parte dei mitocondri e consente – in tal modo – la sopravvivenza delle cellule, sia sane che malate.

Utilizzi terapeutici

Nel mondo esistono alcuni farmaci contenenti Idebenone, autorizzati al commercio per differenti patologie. Vediamo rapidamente quali:

  • Raxone®  per il trattamento della compromissione visiva in pazienti adulti e adolescenti affetti da neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON), porta all’atrofia del nervo ottico e quindi alla cecità.Per il meccanismo d’azione del farmaco, si ritiene che l’idebenone possa riattivare le cellule malate, ancora vitali (ma inattive) in pazienti con LHON.
  • Mnesis®   per il trattamento dei deficit cognitivo-comportamentali (ADHD) conseguenti a patologie cerebrali sia di origine vascolare che degenerativa
  • Catena® per il trattamento delle distrofia muscolare di Duchenne, patologia che conduce a progressivo indebolimento, finanche dei muscoli respiratori. Qui uno studio italiano.
  • Sovrima®  per il trattamento dell’atassia di Friedreich, una patologia neurodegenerativa progressiva debilitante associata a cardiomiopatia. Vedi studio qui.
  • Formulazioni cosmetiche varie. Per le sue proprietà rigenerative, viene utilizzato in medicina estetica, congiuntamente ad altri principi attivi, essendo capace di ridurre i rossori, aumentare il tono cutaneo e ridurre le rughe di espressione e le macchie cutanee. Il suo impiego, rende la cute più elastica e resistente all’invecchiamento.

Validità terapeutica

L’Idebenone trova utilità in tutte le situazioni, patologiche o meno, in cui sia necessario fornire più energia alle cellule.
Nell’usarlo vanno tenuti presenti alcuni aspetti che elencherò di seguito:

  • Ha una buona efficacia ma, anche, un assorbimento in vivo irregolare e limitato dopo somministrazione orale. E’ ben assorbito dall’intestino ma subisce un eccessivo metabolismo di primo passaggio nel fegato, così che meno dell’1% raggiunge la circolazione. Questo tasso può essere migliorato con formulazioni speciali (sospensioni o capsule con specifici eccipienti)  e somministrandolo insieme a cibi grassi.
  • E’ ben tollerato. I risultati degli studi di tossicità per somministrazioni ripetute, effettuati nel ratto e nel cane per periodi compresi tra 5 settimane ed 1 anno, hanno dimostrato che il farmaco è dotato di un basso indice di tossicità sia locale che generale.
    I metaboliti, ossia i prodotti della trasformazione del farmaco all’interno del nostro organismo, comprendono glucuronidi e solfati, che sono principalmente (~ 80%) escreti attraverso l’urina, conferendole una caratteristica colorazione marroncina.
  • Può anche essere preparato galenicamente in farmacie specializzate. In questo caso, con presentazione di una semplice ricetta medica, possono essere indicati dei dosaggi e degli eccipienti personalizzati, per facilitarne l’assunzione e massimizzare i benefici.
  • Per via topica/cutanea può essere inserito in particolari formulazioni antirughe o anche in dei trattamenti di soft peel per la correzione delle ipercromie.

Per qualsiasi domanda puoi contattarmi tramite il link qui sotto

 

 

 

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