Riso Rosso (fermentato) l’anti colesterolo.

Ormai è il componente numero uno tra quelli utilizzati per la produzione di integratori contro il “colesterolo alto”. Ma cosa è realmente e come è ottenuto?

La Monakolina K

Il vero agente efficace nel ridurre i livelli di colesterolo (e grasso in genere) presenti nel sangue è un altro.
Il riso rosso fermentato, infatti, non è altro che il prodotto della fermentazione del riso a opera del lievito Monascus purpureus (rosso-porpora), tradizionalmente impiegato in Cina da millenni per la produzione del vino di riso.
Tale fermentazione produce la Monacolina K, una statina naturale che ha un meccanismo d’azione identico a quello della lovastatina, che riduce la sintesi del colesterolo a livello epatico bloccando l’enzima chiave deputato alla sintesi del colesterolo.

Differenti concentrazioni

Per ottimizzarne la resa, negli anni si sviluppò una tecnologia di coltivazione in vitro tuttora in uso (Chang et al 2002).
In realtà modificando il terreno di coltivazione e i parametri ambientali, si arrivano ad ottenere concentrazioni di Monacolina molto diverse, a parità di peso di riso rosso utilizzato per la preparazione  dei diversi integratori.
Questo ci deve rendere coscienti delle differenze che possono esistere tra i diversi prodotti in commercio.

Alternative al Riso Rosso

Proprio perché non è tanto il terreno di produzione (il riso, in questo caso) ad essere importante, quanto invece il quantitativo di monacolina che si ottiene, in laboratorio vengono testate altre soluzioni.
Per ottenere una maggiore produzione di monacolina K, vengono sistematicamente analizzati gli effetti del tempo di fermentazione, della quantità di carica, del contenuto di umidità iniziale. Inoltre, vengono studiate aggiunzioni di fonti di carbonio e azoto per migliorare ulteriormente la produzione di monacolina K.

In questo studio molto recente, vari cereali come riso, miglio, mais, orzo e grano sono stati utilizzati come materie prime per la produzione di monacolina K mediante fermentazione di Monascus. Tra questi substrati, il miglio è risultato essere il migliore per la produzione di monacolina K, con il quale la resa ha raggiunto 7,12 mg / g.
I risultati hanno mostrato che la produzione massima di monacolina K (19,81 mg / g) poteva essere ottenuta alle condizioni ottimali. Rispetto al tradizionale riso rosso da lieviti, l’uso del miglio come substrato è risultato essere altamente promettente.

ATTENZIONE PERO’

Il riso rosso fermentato, titolato in monacolina k è stato recentemente oggetto di una rivalutazione da parte del comitato scientifico dell’Efsa, l’Ente Europeo per la sicurezza degli alimenti, per quanto riguarda la sicurezza d’impiego del prodotto.

Proprio per la sua analogia chimico/strutturale alla molecola delle statine, la monacolina può in alcuni casi provocare gli stessi effetti collaterali indotti dal farmaco di sintesi.

Il timore è stato sollevato basandosi su singoli casi clinici, che dimostravano una ridotta tollerabilità muscolare dei prodotti a base di riso rosso fermentato, proprio come può accadere in coloro che utilizzano farmaci a base di statine.

LA SOLUZIONE A QUESTO PROBLEMA

è determinata dalla  transitorietà degli effetti della Monacolina K.
Assodato che il prodotto è certamente attivo e che l’entità della riduzione della colesterolemia, in qualche modo proporzionale al dosaggio impiegato di monacolina K, si attesta attorno al 15-25% entro 4 settimane di trattamento. E’ altrettanto vero che, alla sospensione del trattamento, l’effetto è reversibile e, in assenza di altri supporti terapeutici/alimentari, i livelli di colesterolo e degli altri elementi coinvolti ritornano quelli basali.

In Conclusione

L’efficacia degli integratori alimentari è solitamente discutibile a causa della mancanza di studi clinici controllati a supporto del loro uso. In questo caso, invece, l’esistenza di un gran numero di evidenze scientifiche attribuisce alla Monacolina k un ruolo di primissimo piano nella “lotta” al colesterolo.

Tuttavia gli integratori a base di riso rosso fermentato non vanno assunti con leggerezza.
Anche i medici e gli operatori sanitari, ormai edotti e consapevoli della sua popolarità come un modo “naturale” per abbassare il colesterolo nel siero,  sono stati invitati dall’Istituto Superiore di Sanità a informare e guidare i consumatori.
Troppo spesso, infatti, si è indotti erroneamente a pensare che ciò che è “naturale” sia esente da effetti avversi, a volte anche di estrema rilevanza.

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