Scabbia: Come prevenire e curare questa infezione della pelle
La scabbia è realmente una delle più antiche e conosciute malattie parassitarie dell’uomo.
Può colpire chiunque, indipendentemente dal ceto e dalle condizioni igieniche, dato che si trasmette per contatto, sia diretto (pelle-pelle) che indiretto (pelle-tessuti/indumenti).
Da cosa è causato
L’eziologia è assodata. Il responsabile è un acaro conosciuto col nome di Sarcoptes Scabiei, che si riproduce e si moltiplica sulla cute umana.
La femmina, il cui ciclo vitale è compreso tra le 4 e le 6 settimane, depone diverse decine di uova in dei cunicoli scavati nella pelle. Queste uova si schiudono circa 4 giorni dopo.
Da questo scaturisce il concetto che possa esistere un tempo di incubazione, approssimativamente pari a 3 settimane.
I sintomi
Il sintomo fondamentale è il prurito. Intenso, diffuso e persistente. Soprattutto notturno, tanto da causare un’interruzione del sonno.
Può essere accompagnato dalla presenza di puntine rosse (spot), soprattutto nella zona sotto ascellare e tra le dita, oltre che in prossimità dei polsi.
La diagnosi certa è di pertinenza del medico. Può essere necessario prelevare dei piccoli campioni di pelle ed eventualmente utilizzare degli strumenti di ingrandimento.
Prevenzione
Mi chiedono notizie circa l’esistenza di prodotti preventivi.
Purtroppo non ne esistono.
Le accortezze, tutte di natura igienica, sono tanto più utili quando è noto il problema.
Mi spiego meglio.
Il parassita non può vivere più di 4 giorni al di fuori di un ospite.
Se sappiamo di accostarci ad una persona o ad un ambiente potenzialmente infestato, può essere utile lavarci accuratamente dopo la visita ed altrettanto fare per il nostro abbigliamento (a temperature superiori ai 60°).
Chi assiste malati allettati con presenza (certa/presunta) di scabbia, può essere più protetto indossando un camice monouso sopra gli abiti.
Biancheria: oltre al lavaggio ad alte temperature, quando non possibile, si possono lasciare chiusi in dei sacchetti di plastica per alcuni giorni.
Per gli ambienti: divani, cuscini, materassi, tappeti possono essere puliti utilizzando strumenti a vapore. Se non lavabili, devono essere tenute in disparte per un pò di giorni, prima di poter essere riutilizzati. In aggiunta è possibile utilizzare degli spray specifici anti acaro.
La terapia
Il trattamento sull’uomo è di natura prevalentemente topica, ossia si procede all’applicazione di sostanze sulla pelle. In alcuni casi può essere necessario ricorrere a farmaci antistaminici per ridurre il prurito (dietro prescrizione medica).
Di norma il trattamento è risolutivo.
Analizziamo i due prodotti utilizzati più di frequente.
1# L’emulsione di Permetrina al 5%.
Si applica la sera, per 2 sere consecutive, poi si risciacqua la mattina.
Preventivamente si fa un bagno caldo, per preparare la pelle e poi si applica il prodotto con attenzione in tutto il corpo, tralasciando solo la testa.
E’ consigliabile ripetere l’applicazione dopo 7 giorni, per contrastare l’eventuale apertura di talune uova rimaste.
In soluzioni al 2%, la si può utilizzare come insetticida con un erogatore spray, per ambienti e tessuti.
2# Il benzoato di benzile in sospensione al 20-30% (10% per i bambini).
Anche in questo caso, dopo un preventivo bagno caldo, si applica su tutto il corpo per 3 sere di seguito. Si fanno due cicli, a distanza di 7 giorni (sempre per la possibile schiusa di uova).
Questi farmaci sono disponibili in commercio, ma in caso di applicazioni multiple, può essere molto più conveniente farli preparare in farmacia, dietro presentazione di ricetta medica.
Ultime considerazioni
A meno di errata applicazione, questi trattamenti sono assolutamente efficaci.
Vanno comunque considerati alcuni aspetti.
- Per una diversa sensibilità inter-individuale è possibile che il prurito permanga più a lungo, anche se i parassiti sono stati eliminati. Consultare il proprio medico per un aiuto in tal senso.
- In caso di contagio, è importantissimo che tutta la famiglia si sottoponga al trattamento,
anche in assenza di sintomi evidenti, per evitare contagi incrociati e rischi di re-infestazione. - E’ assolutamente obbligatorio trattare gli ambienti, oltre che le persone, per evitare che possano rimanere veicoli di trasmissione del parassita.
- In caso di presenza di animali domestici, è sufficiente adoperare i comuni anti parassitari che si è soliti utilizzare per proteggerli.
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