Malattia dell’occhio secco. Nuove terapie.

Quello che un tempo era considerato un semplice comune fastidio, oggi viene classificata come una malattia vera e propria.

La sindrome dell’occhio secco ha un nome che la descrive da solo. Ma quello che è semplice a capirsi, è purtroppo complesso da curare. Questo tipo di patologia delle lacrime e della superficie oculare ha origini non ben chiare e sicuramente multifattoriali.
Di certo provoca sintomi di disagio, disturbi visivi e instabilità del film lacrimale con potenziali danni alla superficie oculare. Inoltre causa difficoltà nel compiere le azioni quotidiane, lavorative o di svago che siano.

Quali tipologie

La malattia dell’occhio secco è suddivisa in due forme caratterizzate da:v

  • diminuita secrezione (deficit lacrimale) e
  • aumento dell’evaporazione (iper-evaporativa)

Tuttavia, le forme miste sono comuni.
È accompagnata talvolta, da un’aumentata osmolarità del film lacrimale, ossia da lacrime più “salate” cosa che aumenta il richiamo di liquidi dall’interno dell’occhio causando secchezza e da un’infiammazione subacuta della superficie oculare. La caratteristica della misura dell’osmolarità può anche essere utilizzata per finalità diagnostiche.

La chimica della lacrima

La lacrima è una pellicola liquida, con proprietà lavanti, lubrificanti e protettive.
Nel complesso, le lacrime hanno quasi la stessa composizione della saliva. Il film lacrimale è composto da tre strati tra cui olio, acqua e muco. Lo strato d’acqua è lo strato maggiormente presente, contiene sostanze nutritive e antibatteriche (lisozima). Lo strato oleoso riduce l’evaporazione per mantenere una buona umidità complessiva.

Quali caratteristiche

La patologia non è di facile individuazione, anche perché vanno dapprima escluse cause traumatiche, allergiche o infettive. I sintomi, inoltre, sono piuttosto numerosi e variabili oltre che soggettivi ed aspecifici (cioè comuni a molte altre patologie dell’occhio), tra questi:

  • Rossore
  • Bruciore
  • Visione offuscata
  • Sensazione di corpo estraneo
  • Prurito
  • Fotofobia

Nel caso venga formulata una diagnosi clinica errata e vengano prescritti farmaci antiallergici o antibiotici, la patologia e la secchezza possono persino peggiorare.

Quali cause

La sindrome dell’occhio secco è associata a un lungo elenco di cause che possono essere suddivise in primarie e secondarie. L’occhio secco può svilupparsi in seguito ad una malattia infiammatoria (ad esempio vascolare, allergica), per condizioni ambientali (ad esempio allergeni, fumo di sigaretta, clima secco), come conseguenza di uno squilibrio ormonale (donne in menopausa e pazienti sottoposti a terapia ormonale sostitutiva). Anche altri tipi di disturbi sistemici, come il diabete mellito, le malattia tiroidee, e patologie dall’eziologia autoimmune come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico possono causare secchezza oculare.

L’eziologia reale non è nota. Ma sembra esistano alcuni fattori scatenanti, quali: eventi traumatici a carico della cornea, l’esposizione continua a condizioni atmosferiche estreme o l’uso prolungato di lenti a contatto.
Secondo alcuni studi, inoltre, il trascorrere molto tempo davanti ad uno schermo, riducendo la frequenza di chiusura delle palpebre, favorirebbe l’evaporazione del film lacrimale e peggiorando la tendenza all’essiccamento degli occhi.

Quali trattamenti

La gestione dell’occhio secco dipende dalla causa e dalla gravità della condizione.
Le lacrime artificiali vengono utilizzate per ricostituire il deficiente (nel senso che è scarso…;)) strato acquoso del film lacrimale e oltre che per diluire le citochine infiammatorie che vengono liberate dai tessuti.
Le lacrime artificiali sono disponibili in diverse viscosità e in formulazioni che possono o meno contenere dei conservanti. Se il deficit lacrimale è grave, è possibile utilizzare agenti più viscosi come gel o unguenti per mantenere una protezione più a lungo.
Dato che la malattia dell’occhio secco, inclusa la sindrome di Sjogren, è associata ad infiammazione, l’uso di steroidi topici o di farmaci antinfiammatori non steroidei può talvolta risultare utile. Si utilizzano anche antibiotici topici se la sindrome dell’occhio secco è associata a complicanze corneali.

Per le patologie più gravi, possono essere necessari agenti immunomodulanti topici, come le gocce di Ciclosporina-A o Tacrolimus. Studi di alto livello hanno dimostrato un miglioramento dei segni e dei sintomi dell’occhio secco, insieme alla riduzione dell’infiltrazione congiuntivale delle cellule T e dei livelli di citochine nelle lacrime, dopo l’uso di gocce che contengano questi farmaci.

Altri studi hanno esaminato l’uso del siero autologo, che contiene fattori di crescita importanti per la guarigione epiteliale, come collirio topico per occhi gravemente secchi con miglioramento riportato dopo regimi di trattamento prolungati che vanno da 4 a 6 settimane.

Dove reperire i trattamenti

L’utilizzo del siero autologo prevede la presenza di una equipe medica e va quindi pensato come parte di un trattamento che inizia in ambulatorio e che prosegue poi in ambito domiciliare.

Ovviamente ricordiamo che per ciò che riguarda la corretta indicazione e prescrizione,
l’ultima parola spetta allo specialista oculista che vi ha in cura.

I colliri a base di Ciclosporina e /o Tacrolimus, pur non essendo in commercio come prodotti industriali, possono essere preparati e reperiti presso farmacie cittadine, senza dover ricorrere all’importazione dall’estero (Svizzera, USA, Vaticano, eccetera), che dispongano di laboratori attrezzati per eseguire preparati sterili. E’ sufficiente la presentazione di una prescrizione medica oculistica, non ripetibile (ossia valida una sola volta).

 

 

Per qualsiasi domanda puoi contattarmi tramite il link qui sotto

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