Coenzima Q10, quando è il caso di usarlo?

Il Coenzima Q10 (CoQ10) è una molecola antiossidante liposolubile molto presente nel nostro organismo, soprattutto a livello della membrana dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.

Nell’organismo umano, esiste in 2 forme attive: l’Ubichinone (forma ossidata) e l’Ubichinolo (forma ridotta), entrambe fondamentali per la produzione di energia.  Non è quindi un caso ritrovarlo in ogni cellula dell’organismo (si dice che ha distribuzione ubiquitiaria), da cui il termine ubiquinone (o vitamina Q). L’80% del Coenzima Q10 nel corpo si trova in fegato, sangue ed intestino in forma di Ubichinolo.

Favorendo la produzione di energia (ATP) in presenza di ossigeno, il Coenzima Q10 è essenziale per mantenere una buona efficienza fisica, riducendo al contempo la sensazione di fatica.

Le sue funzioni

Oltre alla produzione di energia, il Coenzima Q10 svolge una potente azione antiossidante che è stata messa in correlazione col suo ruolo protettivo del sistema cardiovascolare e del sistema nervoso, in studi anche molto recenti.

  • Aiuta a neutralizzare i Radicali Liberi, responsabili di invecchiamento e promotori di diverse malattie cronico degenerative (Alzheimer, Parkinson, etc…)
  • Aiuta a proteggere il sistema cardiovascolare, migliorando il flusso sanguigno e riducendo lievemente la pressione.

Perché può essere utile l’integrazione

La concentrazione del coenzima Q10 non è sempre la stessa ma tende a diminuire con l’avanzare dell’età oltre a ridursi in presenza di alcune malattie croniche, come l’AIDS, il diabete o il morbo di Parkinson.

Età, stress ossidativo, carenze enzimatiche, variazione del gene NQ01 (polimorfismo genetico che inficia l’attività della CoQ10 reduttasi), sono tutti fattori che concorrono a ridurre l’efficienza dei sistemi di conversione Ubichinone-Ubichinolo.

Pertanto, a partire dai 35-40 anni, sarebbe opportuno suggerire una razionale supplementazione. La dose media corrisponde a 50-100mg/die.

È preferibile assumerlo durante un pasto che comprenda una quota lipidica.

Altri motivi per cui assumerlo

  1. Anche l’utilizzo di alcuni farmaci può abbassare il livello del coenzima Q10 come le statine utilizzate per il controllo dell’ipercolesterolemia. Uno dei principali effetti indesiderati dell’uso di questi farmaci è proprio il manifestarsi di crampi, dolori muscolari e rabdomiolisi, indotti dall’abbassamento dei livelli di Ubidecarenone.Si sa infatti che, la biosintesi endogena di CoQ10, prevede l’intervento dell’enzima HMG-CoA reduttasi presente nel fegato, la cui inibizione da parte delle statine porta a riduzione della sintesi di mevalonato e alla conseguente riduzione dei livelli di CoQ10 dal 20 al 50 % della quota totale.Per supplire al decremento indotto da questa classe di farmaci si può consigliare al paziente l’integrazione con CoQ10, alla dose di 100 mg/die.
  2. Miocardio, fegato, cellule muscolari necessitano di molta energia e i loro mitocondri sfruttano il CoQ10 per produrre appunto ATP che sarà utilizzato per vari processi come la contrazione muscolare e la replicazione del DNA.Per la sua azione energetica ed antiossidante, se ne consiglia l’impiego nei casi di deficit energetico, convalescenza, aging e per il benessere cardiovascolare (effetto vasodilatatorio) poiché, se protratti nel tempo, condizioni di bassi livelli di ATP possono avere seri risvolti negativi sulla salute complessiva.Negli atleti, riduce i crampi e la stanchezza muscolare; in più accelera i processi di recupero, migliorando le prestazioni sportive. Utilizzabile anche nei casi di sovra-allenamento (100-200 mg/die).

    Negli over 65, in cui si ha un calo della sintesi endogena di CoQ10, utile integrarlo per promuovere il vigore della funzione muscolare con contributo positivo sulla sarcopenia.

  3. L’azione benefica del CoQ10 si esplica anche in caso di malattie neuro-degenerative, in cui se ne consiglia la somministrazione quotidiana.Recenti studi riportano la sua concreta efficacia nel rallentare la progressione del Parkinson:  somministrato tempestivamente nelle fasi iniziali di PD, svolge la sua azione positiva sul tessuto nervoso, coadiuvando il miglioramento del quadro motorio (dosaggio ≥ 1g/die).
  4. Può essere consigliato come trattamento anti-age, poiché contrasta la comparsa precoce delle rughe e la perdita di collagene ed elastina.
    È in aggiunta un efficace regolatore insulinico, riduce l’infiammazione e lo stress ossidativo, aumenta la risposta immunitaria dell’organismo e contrasta intuitivamente l’astenia.

Controindicazioni

Pur trattandosi di un integratore è importante conoscere anche i casi in cui è meglio evitarne l’utilizzo.

Il CoQ10 è controindicato in pazienti che assumono ipoglicemizzanti orali, chemioterapici, anticoagulanti, antipertensivi, betaxololo.

Dosi massicce assunte per via orale possono provocare dolori addominali e diarrea, come anche l’eccessiva stimolazione da parte della dopamina prodotta può portare a nausea o forti emicranie. Essendo strutturalmente simile alla vitamina K (chinoni), una dose eccessiva di coenzima Q10 può contrastare l’azione anticoagulante di alcuni farmaci come il warfarin.

Come assumerlo

Nella valutazione di un’integrazione coerente, il medico o il farmacista potranno intervenire a seconda delle varie casistiche per orientare il paziente sulla base di diverse evidenze.

Ad oggi la supplementazione con CoQ10 è disponibile in forma solida (capsule) o liquida (microemulsione spray orale), quest’ultima ad alto indice di assorbimento.

Del Coenzima Q10 esiste anche un analogo sintetico l’Idebenone, che è descritto in quest’articolo.

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