Cannabis farmaceutica e Cannabis da “strada”: quali differenze ?

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Questa è una delle domande che si pone la quasi totalità delle persone non appena sente parlare del tema cannabis terapeutica.
Magari solo per curiosità, perché da giovani quella cosiddetta “terapeutica“, non esisteva o perché, dovendo iniziare una cura, prova a capire se esistano alternative più “cheap”.

La pianta di Canapa

Partiamo dal concetto che, storicamente, l’uso dei derivati della Cannabis (tipicamente hashish e Marijuana) è stato – nel tempo – principalmente ludico.
Gli effetti psicotropi (cioè che agiscono a livello del sistema nervoso) del “fumo” – il metodo più utilizzato nell’ uso “ricreativo” (quindi non medicinale) della cannabis – non sono immediatamente gestibili, hanno una rapida manifestazione e, di norma, un’altrettanto veloce eliminazione.
In più queste forme di utilizzo, hanno per lo più avuto una caratterizzazione di illegalità, nonostante l’alternanza di alcune leggi, quindi si riferivano, di norma, a tutta una serie di pratiche vietate.

Cosa è cambiato?

Con decreto del Ministro della Salute Balduzzi del 23/01/2013, GU n. 33 del 08/02/2013
vengono inseriti nella Tabella II, sezione B, i medicinali di origine vegetale a base di
Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture).
Tale provvedimento introduce la possibilità di utilizzare le infiorescenze di cannabis come materia prima per le preparazioni galeniche in farmacia.
Non è quindi necessario alcun modulo o richiesta particolare, ma solo la ricetta, su un semplice ricettario privato, di un qualsiasi medico (anche di medicina generale) – si può consultare in questo senso il sito del Ministero della Salute .

A seguire, le varietà medicinali reperibili ad oggi (12/2016  04/2018) nel mercato italiano:

VARIETA’ THC CBD Profilo Terpenico
Bedrocan ca.19/22 % <1 % Sativa
Bedrobinol ca. 12 % <1 % Sativa
Bediol ca. 6,5 % ca. 8 % Sativa
Bedica ca. 14 % <1 % Indica
Bedrolite 0,4 % ca. 9 % Sativa
FM2 ca. 5-8% ca. 7-12% Sativa
Pedanios 22-1 ca. 22% <1% Sativa
Pedanios 8-8 ca. 8% ca. 8% Indica
Pedanios 1-12 <1% ca. 12% Ibrida

Che differenza c’è tra Cannabis di grado farmaceutico e la cannabis auto-coltivata (o comprata al mercato illegale)?rastajamamod

E’ una delle domande che più di frequente ci vengono poste ed alla quale cercherò di dare una risposta, quanto più possibile, esaustiva.
Queste riportate di seguito sono le differenze principali:

  • La Cannabis Flos (Bedrocan®, Bediol®, Bedrolite®, Bedica®, Bedrobinol®) o le infiorescenze dell’Istituto chimico farmacetico Militare di Firenze (FM2®/Aurora Pedanios) provengono da una linea genetica costante (clonate), quindi tutte le piante hanno un profilo genetico uguale (ogni volta crescono con le stesse caratteristiche, ndr).
  • La coltivazione in ambiente chiuso e la standardizzazione delle procedure di crescita, raccolta e confezionamento garantiscono un prodotto a contenuto alto e costante di principi attivi ed una bassa presenza di contaminanti.
  • I prodotti da coltivazione autonoma,specie quelli coltivati all’aperto, non garantiscono una qualità ed un contenuto di principi attivi costanti, inoltre non è garantita la sicurezza per quanto riguarda l’assenza di contaminanti, pesticidi e/o microorganismi nocivi.
  • Vengono utilizzate le sole infiorescenze femminili; normalmente nella cannabis da strada è facile con il mix di infiorescenze (maschili e femminili) trovare anche steli, pezzi di foglie ecc…
  • Per quanto possa sembrare strano, uno studio del Dicembre 2015 ha evidenziato che 1 grammo di cannabis illegale, con contenuto  ipotetico del 10% in THC, ha un costo di 12-20€. Si consideri che il Bedrocan contiene il 22% di THC e costa, al pubblico, circa 25 € (prodotto finito – data 12/2016)   9 € + IVA grammo come da DL 06/2017.

Per ulteriori domande sulla Cannabis puoi consultare questo articolo.

Le differenze nella lavorazione dei preparati

In base all’effetto che il medico si propone di ottenere, esistono grandi differenze nella lavorazione anche del medesimo prodotto. Vediamo di darne un breve accenno.

Innanzitutto, tutte le forme di somministrazione prevedono  un riscaldamento della Cannabis per innescare la decarbossilazione, cioè la trasformazione del prodotto contenuto nella pianta fresca nel prodotto attivo.
In questo ambito, la temperatura utilizzata gioca un ruolo fondamentale per la produzione del profilo dei cannabinoidi presenti nel preparato galenico finale, che potrà avere diversi effetti farmacologici e/o psicoattivi.
Per esempio:

  • un riscaldamento insufficiente porterà ad un’elevata concentrazione di cannabinoidi acidi THCA e CBDA – quelli presenti nella pianta “fresca”, ma con buona quantità di terpeni
  • un riscaldamento eccessivo porterà ad una elevata concentrazione di cannabinoidi neutri THC e CBD, ma con pochi terpeni
  • un riscaldamento eccessivo può anche causare la decomposizione del THC in CBN (cannabinolo) con un aumento dell’attività sedativa o sgradevoli effetti di “intontimento”.

Quali contaminazioni

Come qualsiasi altra pianta, la Canapa può essere attaccata da muffe o batteri ed inoltre assorbe dal terreno, oltre ai nutrienti necessari per la sua crescita ed il suo sviluppo, anche altro che è naturalmente presente nel terreno.
La canapa destinata ad uso terapeutico è coltivata in GACP (Good Agricolture and Collection Practice) e GMP (Good Manufacturing Practice) mediate clonazione, in serre indoor. Questo controllo pre-post coltivazione consente di ottenere un prodotto SICURO.

Analizziamo alcune differenze possibili tra Canapa terapeutica e la cosiddetta Canapa tecnica (con contenuto di THC<0,2%) – quest’ultima è anche conosciuta con il nome di Canapa legale o light (qui il parere ministeriale sulla Cannabis Light).

Contenuto in muffe o batteri

Cannabis medica: deve OBBLIGATORIAMENTE avere valori inferiori a 10 UFC (Unità Formanti Colonie), ossia quasi sterile (nel senso, incontaminata).
Canapa ad uso tecnico: potenzialmente nessun limite (può essere quindi contaminata).

Contenuto in metalli pesanti

Cannabis medica: deve OBBLIGATORIAMENTE avere valori inferiori a determinati ppm (Parti Per Milione).
Canapa ad uso tecnico: potenzialmente nessun limite (può essere quindi contaminata da metalli pesanti)

Contenuto in aflatossine
Cannabis medica: deve OBBLIGATORIAMENTE avere valori inferiori a determinati valori, stabiliti sicuri per la salute umana.
Canapa ad uso tecnico: potenzialmente nessun limite (può essere quindi contaminata).

Molte categorie di persone, pensiamo a malati di tumore post-chemioterapia oppure nel caso di pazienti immuno-depressi, che oltre ad essere gravemente malati e talvolta debilitati, hanno un maggior rischio di esporsi ad infezioni microbiche,  necessitano di un prodotto non “infettato
“, per evitare possibili ulteriori pericoli.

FAQ – Domande Frequenticannab-marijuana

1#  Alcuni attenti osservatori, mi fanno notare che la cannabis olandese viene irradiata con raggi Gamma; questo per eliminare qualsiasi batterio/muffa che possa agire da agente contaminante. Questo può alterare la composizione della cannabis o essere dannoso per la salute?

La risposta è no, assolutamente.
Recenti studi scientifici hanno dimostrato (analizzando la cannabis prima e dopo l’irraggiamento) che non cambia la composizione in THC o CBD, né la struttura chimica delle infiorescenze, né la composizione quali-qualitativa dei terpeni. E tutto questo assume un’importanza particolare, in quanto  la cannabis è prescritta per pazienti talvolta anche immuno-depressi oltre che gravemente malati, con un maggior rischio, quindi, di esporsi ad infezioni microbiche.

2#  Altra domanda molto frequente, è quella riguardo la possibilità proprio di “fumare” l’infiorescenza e cosa questo comporti e che effetti abbia.

Premesso che il corretto dosaggio terapeutico della Cannabis è strettamente soggettivo e va modulato caso per caso. Questo anche perché l’effetto terapeutico, è enormemente condizionato dall’ assorbimento (gastrointestinale o polmonare – a seconda di come la si assume) e dai metaboliti, ossia i prodotti di trasformazione generati dall’ organismo.

Possiamo dire che, sebbene previsto ufficialmente dalle terapie, fumare la Cannabis può non essere il modo migliore di utilizzarla, perchè:

  • non è possibile sapere quanto principio attivo è stato effettivamente somministrato al paziente;
  • fino al 40% del THC viene degradato a causa delle elevatissime temperature (max 800°C) raggiunte durante la combustione;
  • si devono considerare i danni prodotti dal fumo e, cosa da non sottovalutare, il fumo può non essere accettato da alcuni pazienti.

Diverso è vaporizzare le infiorescenze con apposti vaporizzatori (tipo Volcano o similari), a temperature controllate e sensibilmente più basse.

Altre differenze esistono con infiorescenze vendute pure legalmente da altri rivenditori.
La cannabis terapeutica disponibile nelle farmacie è molto diversa dalla canapa venduta nei cannabis-shop. Infatti la forma terapeutica viene coltivata esclusivamente indoor da piante clonate e le produzioni sono perciò standardizzate, i principi attivi controllati e tarati a scopo terapeutico. L’altra invece deriva dalla canapa industriale, la stessa che si usa per farne tessuti e non contiene sostanze attive (psicotrope).

In conclusione

I preparati galenici di  Cannabis hanno un’assoluta attività terapeutica, che non può essere confusa con quella comprata da altre fonti per qualsivoglia fine (voluttuario o terapeutico che sia).
Viene oltretutto lavorata (vige il divieto di venderla tal quale!) con metodiche che ne assicurano la sicurezza e l’efficacia. La Cannabis è certamente una pianta dagli effetti potenti e quindi il dosaggio va deciso dal medico, di volta in volta, in base alla patologia ed al paziente.
Se hai dei dubbi che necessitano di chiarimenti puoi contattarmi compilando il form qui sotto

 

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